La gestione dei comportamenti sfidanti

L’incontro serale intitolato “La gestione dei comportamenti sfidanti: emozioni e strategie funzionali”, moderato dagli psicologi Stefano Capretto ed Elisabetta Vignali, è stato un evento significativo per i genitori di ragazzi con la sindrome di Prader-Willi.

 

L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di condivisione e confronto, offrendo ai genitori un ambiente sicuro dove poter esprimere liberamente le proprie emozioni, ricevere supporto e apprendere nuove strategie per affrontare le sfide quotidiane. Il principale obiettivo dell’incontro era creare un dialogo costruttivo e condividere esperienze e strumenti utili per gestire i comportamenti sfidanti dei loro figli.

 

La serata è iniziata con una riflessione che ha sollecitato i partecipanti a considerare un episodio specifico in cui i loro figli avevano manifestato comportamenti sfidanti.

L’intento era di far concentrare i genitori sugli stati emotivi provati in quei momenti, sulle emozioni specifiche vissute e sui comportamenti che avevano messo in atto per gestire la situazione. I genitori hanno quindi condiviso le loro esperienze personali, evidenziando gli elementi che avevano scatenato il comportamento sfidante.

Questo esercizio iniziale ha permesso di far emergere una vasta gamma di emozioni e strategie, che sono state poi analizzate e discusse collettivamente, creando un senso di comunità e di supporto reciproco tra i partecipanti.
Le emozioni riportate dai genitori durante la discussione sono state numerose e variegate.

  • Il fastidio è stato spesso descritto come una reazione immediata a situazioni percepite come irritanti o disturbanti.
  • L’impotenza è stata una sensazione comune, derivante dalla percezione di non avere controllo sulla situazione e di non sapere come intervenire efficacemente.
  • La frustrazione è emersa frequentemente, soprattutto in risposta a sforzi ripetuti e fallimenti nel tentativo di risolvere il problema.
  • La sorpresa è stata menzionata quando i comportamenti dei figli erano inaspettati e fuori dal comune.
  • La rabbia è stata una reazione forte a comportamenti particolarmente provocatori o sfidanti.
  • Il dispiacere è emerso in situazioni in cui i genitori si sentivano tristi per le difficoltà dei loro figli e per l’impatto che queste avevano sulla loro vita quotidiana.
  • L’imbarazzo per il giudizio delle persone presenti, soprattutto in contesti pubblici, è stato un tema ricorrente.
  • La delusione è stata una reazione alle aspettative non soddisfatte.
  • lo sconforto e la fatica sono stati descritti come sentimenti di esaurimento emotivo e fisico.
  • Lo stress e il nervosismo erano spesso correlati alla gestione di situazioni complesse e imprevedibili.
  • La mortificazione è emersa quando i genitori si sentivano umiliati o sminuiti.
  • La demotivazione si manifestava come una perdita di motivazione dovuta a ripetute difficoltà.
  • La paura era una reazione a situazioni percepite come minacciose o pericolose.
  • La perdita di pazienza era una risposta alla continua pressione delle situazioni sfidanti.

 

Per gestire i comportamenti sfidanti, i genitori hanno condiviso diverse strategie. 

  • Alcuni hanno scelto di fare finta di niente, ignorando temporaneamente il comportamento per evitare di aggravare la situazione. Questa strategia era spesso utilizzata per dare tempo al ragazzo di calmarsi autonomamente. 
  • Altri hanno optato per attendere che il figlio si calmasse, permettendo così al ragazzo di autoregolarsi senza interventi immediati.
  • Lasciarlo stare e far subentrare il genitore che è più fresco e non coinvolto emotivamente nella situazione è stata una strategia adottata per evitare conflitti eccessivi e per gestire la situazione con maggiore serenità. 
  • Proporre alternative e trovare compromessi sono state tattiche utilizzate per negoziare e trovare soluzioni accettabili per entrambe le parti. 

Queste strategie miravano a ridurre il conflitto e a promuovere un ambiente più collaborativo. Utilizzare una routine di regolazione emotiva è stato utile per stabilizzare l’umore del ragazzo e per aiutarlo a gestire meglio le proprie emozioni. Far presente le conseguenze dei propri comportamenti è stata una strategia educativa importante, utilizzata per rendere consapevoli i ragazzi delle loro azioni e per incoraggiarli a riflettere sulle conseguenze delle loro scelte.

 

Durante la riflessione collettiva, sono stati individuati vari elementi che spesso scatenano i comportamenti sfidanti nei ragazzi con la sindrome di Prader-Willi. Il desiderio di raggiungere uno scopo che il genitore non comprende può creare frustrazione e conflitto. I ragazzi possono sentirsi frustrati quando non riescono a comunicare chiaramente i loro obiettivi o desideri. Dover fare ciò che non piace o nel momento in cui non si vuole è un altro trigger comune, che provoca resistenza e opposizione. Questa resistenza può essere particolarmente intensa quando i ragazzi sono costretti a fare qualcosa contro la loro volontà. Una situazione fisica di malessere, come la stanchezza o il dolore, può amplificare le reazioni emotive negative e rendere i ragazzi più inclini a comportamenti sfidanti. Sentirsi rimarcati i propri errori nel momento sbagliato può portare a sentimenti di rabbia e umiliazione. I ragazzi possono sentirsi particolarmente vulnerabili quando i loro errori sono messi in evidenza in modo negativo. Sentirsi non capito è una fonte di frustrazione e isolamento per i ragazzi. Quando non si sentono compresi, possono reagire in modo sfidante per esprimere il loro disagio. L’uso di un tono della voce troppo alto o teso può essere percepito come minaccioso e scatenare reazioni difensive. Infine, la stanchezza, sia fisica che emotiva, può ridurre la capacità di gestire le emozioni e i comportamenti, rendendo i ragazzi più suscettibili a reazioni sfidanti.

 

La serata si è rivelata un momento di grande partecipazione e condivisione. Ogni genitore ha avuto l’opportunità di esprimere liberamente le proprie difficoltà e di ricevere suggerimenti e supporto dagli altri membri del gruppo. 

Stefano Capretto ed Elisabetta Vignali hanno fornito spunti di riflessione e tecniche di gestione emotiva e comportamentale.